Esame del fattore ovulatorio

I dosaggi ormonali rivestono un ruolo di fondamentale importanza nell’ambito dello studio dei fattori che possono essere alla base di condizioni di infertilità/ipofertilità femminile. Essi possono essere eseguiti in diversi momenti del ciclo mestruale. In linea di massima possiamo distinguere esami basali (eseguiti nelle fasi iniziali del ciclo mestruale) ed esami eseguiti in seconda fase.

Esami Basali

Gli esami basali hanno principalmente lo scopo di valutare la riserva ovarica e di escludere la presenza di patologie che possono interferire sulla funzione riproduttiva. Essi vengono in genere eseguiti il 2° o massimo 3° giorno del ciclo e consistono principalmente nel dosaggio di AMH, FSH, LH, Estradiolo, Progesterone, Prolattina, TSH, FT3, FT4.

AMH (Antimullerano)

I dati attualmente disponibili in letteratura indicano che l’ormone antimulleriano (AMH) viene prodotto dai follicoli pre-antrali e antrali. È stato dimostrato che la produzione di AMH è più alta nelle fasi del pre-antro e del piccolo antro (meno di 4 mm di diametro) dello sviluppo del follicolo. La produzione diminuisce e quindi si arresta nel momento in cui i follicoli si ingrandiscono. Non vi è quasi AMH nei follicoli umani di dimensione superiore agli 8 mm. Per questi motivi, i livelli sono quasi costanti ed il test AMH può essere fatto in qualsiasi giorno del ciclo della donna. Con l’aumento dell’età femminile la dimensione dell’insieme dei follicoli microscopici rimanenti, diminuisce. Allo stesso modo, diminuiscono i loro livelli ematici di AMH ed il numero dei follicoli ovarici antrali visibili con ecografia. Donne con molti piccoli follicoli, come coloro con ovaie policistiche hanno alti valori dell’ormone AMH e donne che hanno pochi follicoli rimanenti e coloro che sono vicine alla menopausa hanno bassi livelli di ormone antimulleriano.

FSH (Ormone Follicolostimolante)

L’ormone follicolostimolante è una sostanza prodotta dalla ghiandola ipofisaria (localizzata in sede intracranica) che attraverso il circolo sanguigno raggiunge le ovaie stimolando la produzione e la crescita dei follicoli.
Man mano che i follicoli crescono si ha la produzione di estradiolo da parte di alcune cellule della parete follicolare, dette cellule della granulosa. Il conseguente incremento dei valori ematici di estradiolo agisce a livello dell’ipofisi con un meccanismo di feed-back negativo inibendo la secrezione di FSH.
L’importanza del dosaggio di tale ormone in fase basale risiede principalmente nel significato che i livelli di FSH basali hanno al fine di valutare la cosiddetta “riserva ovarica”, infatti se l’attività ovarica è buona i livelli di FSH basale si mantengono entro certi limiti. Nei casi invece di riduzione della riserva ovarica i livelli basali di FSH tendono ad aumentare. Ciò in quanto l’ipofisi cerca in qualche modo di forzare l’ovaio a produrre i follicoli, in altri termini è come se l’ipofisi alzasse la voce per spingere l’ovaio a lavorare.

Estradiolo (E2)

L’estradiolo è un ormone prodotto dalle cellule della parete del follicolo ovarico. La sua produzione è stimolata dall’azione dell’ormone follicolo-stimolante (FSH), ed è direttamente proporzionale al numero ed alle dimensioni dei follicoli.
A sua volta l’estradiolo agisce a livello dell’ipofisi mediante un meccanismo di feed-back negativo per cui man mano che i suoi livelli aumentano si ha una inibizione della secrezione di FSH. Inoltre tale ormone agisce con meccanismo di feed-back positivo sulla secrezione del LH inducendo appunto il “picco preovulatorio di LH”.
Tale ormone agisce inoltre a livello della mucosa dell’utero, cioè dell’endometrio stimolandone la sua proliferazione e preparandolo quindi alla successiva trasformazione secretiva che avrà luogo dopo l’ovulazione a seguito dello stimolo progestinico. Sia la crescita proliferativa dell’endometrio che la sua successiva trasformazione secretiva hanno una importanza fondamentale per l’impianto dell’embrione.

Il suo dosaggio a livello basale ha importanza nell’ambito della definizione della riserva ovarica.

AMH

AMH potrebbe essere un marcatore prezioso della riserva ovarica nella popolazione generale che può facilitare la progettazione della vita riproduttiva futura delle donne. I dati della letteratura sui valori di AMH nella vita fertile non sono chiari, e non si può appurare se i livelli di AMH possano predire la durata dell’età riproduttiva e/o la possibilità di gravidanza spontanea nella popolazione generale. La stabilità relativa e la concentrazione sierica dell’AMH potrebbero essere usate come predittore della risposta ovarica alla stimolazione ovarica controllata. A tal proposito è stato stabilito che il potere predittivo dell’AMH per la risposta ovarica è simile a quello dato dal dosaggio dell’FSH e dalla conta dei follicoli antrali (AFC) il 3° giorno del ciclo mestruale. Il vantaggio principale della misurazione dell’AMH è dovuto al fatto che sia ciclo-indipendente.

LH (Ormone Luteinizzante)

L’ormone luteinizzante è anch’esso una sostanza prodotta dalla ghiandola ipofisaria. Mentre la produzione di FSH prevale nella prima fase del ciclo (primi 14 giorni), la produzione di LH aumenta lentamente nei primi 14 giorni raggiungendo e superando i livelli di FSH intorno al 14° giorno (picco preovulatorio) e i suoi livelli si mantengono quindi elevati fino al 28° giorno del ciclo.

Le funzioni di tale ormone sono sostanzialmente due: indurre lo scoppio del follicolo, cioè l’ovulazione; indurre la trasformazione del follicolo in corpo luteo e mantenerne la funzionalità nella seconda fase del ciclo.

Lo studio dei livelli basali di tale ormone serve per evidenziare alcune condizioni quali ad esempio la sindrome dell’ovaio policistico.

Esami ormonali eseguiti in fasi successive

Il dosaggio di alcuni ormoni al di fuori della fase basale riveste in primo luogo un ruolo di rilievo nella diagnostica dell’ovulazione. Al momento dell’ovulazione infatti il follicolo si trasforma divenendo corpo luteo il quale secerne progesterone. Questo ormone agisce a livello della mucosa dell’utero (cioè dell’endometrio) inducendone una trasformazione secretiva che è fondamentale per accogliere l’embrione. Il dosaggio del progesterone dopo il 14° giorno del ciclo ha quindi un ruolo fondamentale ai fini di valutare il realizzarsi del fenomeno ovulatorio. Ulteriori dosaggi servono inoltre per cercare di capire se la seconda fase del ciclo è di lunghezza adeguata, esistono infatti delle condizioni di insufficienza luteinica in cui i livelli di progesterone si riducono troppo precocemente inducendo un anticipo delle mestruazioni ed impedendo pertanto un adeguato impianto dell’embrione.
Peraltro occorre sottolineare che il dosaggio del progesterone da solo non consente di diagnosticare con certezza l’avvenuta ovulazione, in quanto esistono condizioni di “luteinizzazione follicolare” in cui il follicolo si trasforma in corpo luteo senza che abbia luogo l’ovulazione (cioè lo scoppio del follicolo con il rilascio del corpo luteo). Per tale motivo è fondamentale associare al dosaggio del progesterone un adeguato monitoraggio follicolare.
È importante ricordare che tutte questi analisi si fanno insieme al Monitoraggio ecografico trans vaginale dell’ovulazione.