La cura della qualtà del riposo notturno non è di per sè una vera e propria terapia per favorire il concepimento. Tuttavia è ormai chiaro alla Scienza che la salute del sonno ha un impatto sulla fertilità, in particolare quando i cicli di sonno non sono sani e regolari.
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Proprio dell’aspetto tra sonno e salute riproduttiva si è occupata negli ultimi tempi la rivista scientifica dell’American Society for Reproductive Medicine (ASRM), che ha analizzato e confrontato i dati di un grande numero di studi esistenti in questo ambito.
La sfida degli studi sul rapporto tra sonno e salute riproduttiva
Gli studi sul rapporto tra sonno e salute sono ancora relativamente nuovi, fattore che comporta molte sfide per ottenere e analizzare dati utili. Per capire i confini e dare un senso alle conclusioni dello studio di cui stiamo parlando si deve tener conto di alcune delle sfide comuni che emergono dagli studi sul rapporto tra sonno e fertilità, per esempio si deve tener conto di:
- cronotipi (sei una persona notturna o mattiniera?)
- durata dello stato di sonno
- qualità del sonno
- tipologia di cicli di sonno (fase NREM, fase REM…)
- interruzioni del sonno
- irregolarità del sonno (per esempio per chi fa lavori a turni alternati)
- presenza di specifiche patologie del sonno (narcolessia, insonnia ecc.)
Gli studi sul sonno sono limitati anche scarsa disponibilità di dispositivi che quantificano oggettivamente il sonno (come la polisonnografia o l’actigrafia): strumenti che non sempre sono facilmente accessibili. Gli studi del sonno in ambienti strettamente controllati come le cliniche del sonno dedicate, sono rari, pertanto i ricercatori si affidano maggiormente a strumenti di segnalazione soggettivi (diario del sonno, autovalutazioni, ecc.), soluzioni che rappresentano comunque un fattore di raccolta di dati più debole.
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Un’altra cosa di cui gli scienziati devono tenere conto è che esistono intricate sfaccettature e relazioni tra il sonno, la fertilità e altri fattori di co-morbidità come il diabete, l’obesità, le malattie cardiovascolari, la salute mentale, ecc.
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Queste relazioni sono ulteriormente complicate dalla demografia dei pazienti che sono più spesso inclusi negli studi sul sonno. (Per esempio, lavoratori a turni, operatori sanitari e pazienti con infertilità).
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Sappiamo da molti anni che i nostri cicli di sonno seguono i cosiddetti ritmi circadiani. I ritmi circadiani sono i processi interni che avvengono nel corpo umano ogni 24 ore circa. I sistemi del nostro corpo funzionano esattamente come se fossero orologi interni. I nostri ritmi circadiani sono responsabili del funzionamento del cuore, del cervello e delle funzioni ormonali. Questo livello di guardia biologico dentro di noi è soggetto all’ambiente che ci circonda, ai cicli di luce e buio del giorno e della notte, ad altre variabili che possiamo controllare e a molte che, purtroppo non possiamo controllare.
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Agli albori delle scienze sul sonno i ricercatori hanno scoperto che i ritmi circadiani regolano i cicli sonno-veglia e la produzione e il rilascio di ormoni. La melatonina è l’ormone che regola il sonno. Ci sono recettori per la melatonina in tutto il corpo umano, compresi gli organi riproduttivi maschili e femminili. Studi precedenti hanno rivelato che le interruzioni dei cicli circadiani possono interrompere anche i cicli ormonali. Studiare la durata del sonno, i cronotipi, il lavoro notturno o a turni per capire il legame tra il sonno e la salute della fertilità sembra quindi una conseguenza logica.
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I dati raccolti dallo studio
Dopo aver esaminato più di 1.200 articoli scientifici, gli autori hanno deciso di indirizzare la loro attenzione a soltanto 33 di essi, selezionati perchè valutati di qualità superiore tenendo conto delle le modalità di realizzazione e dell’accuratezza della loro revisione. Da questi articoli gli autori hanno tratto conclusioni interessanti che mostrano come il sonno breve o interrotto (cioè quello che dura meno di 5 o 6 ore) può interferire nei seguenti modi sulla salute riproduttiva sia nelle donne che negli uomini:
- Aumento del rischio di irregolarità del ciclo mestruale
- Cicli mestruali anomali nella durata (troppo brevi o troppo lunghi)
- Diminuzione della qualità dello sperma (motilità)
- Diminuzione del numero e del volume degli spermatozoi
- Maggiore difficoltà di concepimento naturale sia nel maschio che nella femmina
- Potenziale rischio di avere risultati meno efficaci in caso di FIVET più scadenti, così come rischio di impatto diversi nelle diverse fasi del processo di FIVET
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Le revisioni di questi articoli hanno quindi confermato un’associazione tra cicli di sonno irregolari (o turni di lavoro notturni) e un certo grado di disfunzione della fertilità.
I limiti della ricerca
Oltre alla limitata disponibilità di studi sull’argomento svolti con criteri scientifici inattaccabili, i revisori dell’ASRM hanno anche dovuto confrontarsi con metodi di raccolta e valutazione dei fattori del sonno molto diversi tra loro. Questo ha reso più difficile confrontare i risultati. Uno dei limiti più evidente, per esempio, è quello dovuto ad alcuni dati ricavati da fonti soggettive come le autovalutazioni o i questionari a punti, che non possono ovviamente rappresentare al meglio la profondità del campione.
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Un altro esempio di raccolta di dati disomogenea è quello legato ai fattori di lavoro a turni, che non sono stati misurati in modo uguale. Non avere nel dettaglio i numeri relativi alla frequenza del lavoro notturno, la durata dei turni o i dettagli specifici del lavoro dei partecipanti, rende meno qualificati alcuni numeri a disposizione.
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Non ultimo, visto che il sonno è così profondamente intrecciato con la qualità della vita e la salute mentale ed emotiva di una persona, ci sono molti fattori di confusione (spesso in scienza chiamati “rumori di fondo”) che rendono più complicata la strada verso una comprensione più ampia del fenomeno. L’età e l’indice di massa corporea sono comunemente presi in considerazione nella ricerca sul sonno e la fertilità mentre altri fattori come la depressione o i disturbi d’ansia e lo stress sono ancora troppo labilmente legati agli effetti sulla salute nel campo di cui stiamo parlando.
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Questo è il limite che la Scienza deve da sempre riconoscere e rispettare: pur non avendo ancora completamente chiaro tutto il panorama è comunque evidente che esistano uno o più legami tra il sonno e la salute della fertilità. Date le molte variabili che esistono e la natura in rapida evoluzione della Scienza del sonno, sarà interessante vedere come si svilupperà la ricerca e quali nuove frontiere saranno superate per favorire nuove tecniche e terapie, così come è sperabile che si diffonda sempre di più nella popolazione una maggiore comprensione dell’importanza del rispetto della qualità del sonno.
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